La protezione del clima passa anche dallo stomaco

Anche le famiglie possono fornire un contribuito


In questi giorni Parigi è la vetrina della XXI Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima. Obbiettivo della conferenza è siglare un nuovo accordo internazionale sul clima per cercare di frenare il riscaldamento globale. In tema di protezione del clima non sono importanti solo i negoziati internazionali, ma acquista importanza anche ciò che tutti i consumatori possono concretamente fare per proteggere il clima, ad esempio facendo attenzione alla propria dieta.

Quando si parla di protezione del clima, la maggioranza delle persone pensa subito ai settori dell'energia e della mobilità. Pochi, invece, sanno che ognuno di noi può prestare il suo contributo per la protezione del clima attraverso delle scelte ponderate nella dieta quotidiana. Secondo un parere del WWF germanico, le misure più efficaci in tal senso sono la diminuzione del consumo di carne e la limitazione degli sprechi alimentari. Non solo; i consumatori possono infatti dare un ulteriore contributo alla protezione del clima decidendo di acquistare alimenti provenienti da agricoltura biologica certificata, cibi locali e di stagione. Allo stesso modo, anche fare attenzione ai metodi di conservazione e preparazione dei cibi nella propria casa può avere un impatto sul clima. Infatti, se consideriamo che tutti noi mangiamo tutti i giorni più volte al giorno, anche questo piccolo aspetto della nostra vita, può avere nel lungo periodo un impatto positivo sia sull'ambiente che sulla qualità della nostra vita.

Piccoli consigli per una dieta amica del clima

  • Carne: meno è meglio
  • Scarti: utilizzarli e non gettarli
  • Acquistare cibo fresco di stagione da agricoltura biologica e della propria regione
  • Andare a fare la spesa a piedi o in bicicletta e fare attenzione alla preparazione dei cibi aiuta ed incentiva il risparmio energetico

Il peso del consumo di carne e dei rifiuti alimentari

La produzione di carne richiede l'utilizzo di mangimi vegetali. Gran parte dell'energia derivante dal consumo di mangimi vegetali, che è volta all'ottenimento di una supposta “qualità” energetica superiore (la carne), viene in realtà vanificata, poiché gli animali bruciano gran parte di tale energia per consentire il funzionamento del loro stesso metabolismo.

Rispetto alla coltivazione di verdura, patate e cereali, la produzione di carne, quindi, produce un' emissione di CO2 decisamente più elevata.

Si tenga presente, inoltre, che dalle due alle tre piccole - medie porzioni di carne (dai 300 ai 600 gr. di carne e insaccati alla settimana), sono più che sufficienti per garantire un corretta e sana alimentazione ed in più, limitando il consumo di carne, aiutiamo anche il clima. Diminuendo la quantità di carne consumata è possibile puntare anche ad una qualità di carne più elevata (come ad esempio carne derivante da animali allevati naturalmente e non intensivamente).


Comunicato stampa
Bolzano, 01/12/2015