Il benessere degli animali da allevamento: cosa ne pensano
i consumatori altoatesini

L'86% degli intervistati sarebbe pronto a pagare anche di più per prodotti che garantiscano il “benessere” degli animali


Sia presso i mass media che nelle famiglie sono sempre più oggetto di discussione le condizioni in cui vengono allevati gli animali. Sono molti coloro che chiedono al legislatore di adottare norme più severe a tutela degli animali allevati. Gli agricoltori sono chiamati a giustificare le loro pratiche di allevamento mentre i consumatori chiedono più trasparenza e più informazione. Peccato però, che nello stesso momento, molti consumatori continuino a scegliere sullo scaffale i prodotti più economici, senza porsi troppi problemi riguardo le condizioni in cui vengono allevati gli animali.

Fino ad ora, in Alto Adige, non erano stati condotti studi di valutazione sull'importanza che i consumatori attribuiscono al benessere degli animali, nell'effettuazione della spesa quotidiana. Nella scorsa primavera, una studentessa - Eva Siller - ha effettuato, in collaborazione con il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), una rilevazione online sull'argomento, nell'ambito della sua tesi di laurea in “Scienze agrarie e agro-ambientali”. In totale ca. 1.000 consumatori hanno risposto ad un questionario, di cui il 69% donne e il 91% persone di lingua tedesca.

I risultati mostrano che anche in Alto Adige questa tematica riveste una certa importanza presso i consumatori. In particolare, i consumatori nutrono molti dubbi riguardo le modalità di produzione di carni suine e avicole. La produzione di latticini gode, invece, di buon riscontro; gli stessi sono fra i prodotti più consumati.

La maggior parte dei consumatori intervistati ritiene che sia l'allevamento biologico che quello locale (altoatesino) dedichino maggior attenzione agli animali che non l'allevamento intensivo, convenzionale. Indicatori di tale maggiore attenzione sono l'allevamento al pascolo, un minore impiego di farmaci, aziende di minori dimensioni. I consumatori sono inoltre disponibili a pagare di più per prodotti che garantiscano il “benessere degli animali”. Bisogna però vedere se una tale risposta non risulti condizionata da un “dovere morale”, piuttosto che da un libero convincimento.

Le persone intervistate ritengono, e sono molto sicuri di ciò, che con la loro spesa quotidiana sia possibile influenzare la qualità di vita degli animali da allevamento. Come hanno già mostrato altri studi effettuati, i consumatori altoatesini sono per la maggior parte convinti che un allevamento più “responsabile” sia collegato anche a prodotti più salutari.

In generale, i consumatori si mostrano scettici riguardo l'efficacia delle leggi poste a tutela degli animali e dei relativi controlli. I dubbi si riscontrano, in particolar modo, fra le donne ed i consumatori più giovani. La maggior parte della popolazione desidererebbe una maggior attenzione pubblica riguardo l'argomento “benessere degli animali”.

Serve più informazione

Secondo il CTCU, dai risultati del sondaggio emerge la necessità di migliorare l'informazione, introducendo, ad esempio, indicatori standard sulla tutela degli animali e, magari anche, un'apposita etichetta che indichi detta tutela.
Secondo il Presidente del CTCU, Agostino Accarrino: “Con un sigillo di tutela, anche volontario, i consumatori potrebbero scegliere prodotti, per la cui produzione sia stata posta attenzione al benessere degli animali. A tal fine, occorre però anche un supporto legale da parte dell'Europa”.


Presentazione della rilevazione online (in formato PDF e in lingua tedesca).


Comunicato stampa
Bolzano, 29/10/2015