Riforma della Sanità


Il decreto sull'appropriatezza delle prescrizioni è un ulteriore passo verso la medicina a due classi


Il decreto sull'appropriatezza delle prescrizioni, in fase di elaborazione a livello nazionale, viene valutato molto criticamente dal Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU).

Con questo decreto si vuole sottoporre la “prescrivibilità” di 208 prestazioni a condizioni restrittive. Il decreto prevede, a seconda delle circostanze, anche delle sanzioni per i medici prescriventi, ad esempio in caso di abusi o di enormi sprechi, come ha spiegato il Ministro della Sanità Lorenzin.

In questo modo i pazienti rischiano di non poter più usufruire di tali prestazioni – a meno che non siano in grado di pagarle di tasca propria. E questo non per tutti i cittadini risulta fattibile, come dimostrano le cifre sulla rinuncia alle cure, in costante aumento. In Alto Adige, la spesa per la salute dal 2011 al 2013 è diminuita del 14%. A lato dei tempi d'attesa inaccettabilmente lunghi, questo decreto significherebbe quindi un ulteriore passo verso una medicina a due classi.

E' certamente giusto che il sistema sanitario necessiti di una razionalizzazione, ma il “diritto alla salute” dei cittadini deve esserne il punto fermo. Il sistema sanitario non può essere orientato esclusivamente secondo criteri di risparmio economico. La salute e la sicurezza dei pazienti devono avere la precedenza su tutto. Per questo i prontuari ed i livelli essenziali di assistenza (LEA) dovrebbero, sollecitamente, essere oggetto di una revisione.

Le Associazioni di consumatori del CNCU, fra loro anche il Centro Tutela Consumatori Utenti, hanno pertanto chiesto un incontro al Ministro Lorenzin, per vedere garantito ai pazienti il diritto di accesso alle cure.


Comunicato stampa
Bolzano, 09/10/2015