F.A.Q. - Domande frequenti


La banca mi comunica che vuole modificarmi le condizioni economiche del conto corrente, adducendo un "giustificato motivo". Cosa si intende con questo termine?

L'art. 118 del Testo Unico Bancario (vedi link sotto) prevede che nei contratti di durata (quindi conti correnti, depositi, conti titoli, aperture di credito ecc...) possa essere convenuta la facoltà di modificare unilateralmente i tassi, i prezzi e le altre condizioni di contratto qualora sussista un giustificato motivo... La legge non specifica cosa debba intendersi per "giustificato motivo". Solo una nota del Ministero dello Sviluppo Economico del febbraio 2007 ha in parte chiarito che "in relazione al contenuto minimo della nozione di giustificato motivo, questa deve intendersi nel senso di ricomprendere gli eventi di comprovabile effetto sul rapporto bancario. A titolo di esempio possono essere tali quelli che riguardano la sfera del cliente, vedi il mutamento del grado di affidabilità dello stesso in termini di rischio del credito, oppure quelli che riguardano variazioni di condizioni economiche generali (es. misura dei tassi di interesse, l'inflazione ecc..) che possono riflettersi in un aumento dei costi operativi degli intermediari.
Visti i possibili "abusi" di questo concetto così importante da parte degli istituti di credito e le ancora notevoli incertezze interpretative presenti, sarebbe opportuno un più preciso chiarimento della questione da parte del Legislatore.
In ogni caso, la banca è obbligata a comunicare per iscritto al cliente il "giustificato motivo". Se il cliente non è d'accordo con la modifica, ha diritto di recedere dal contratto entro 60 giorni senza penalità e senza spese di chiusura e con l'applicazione delle "vecchie" condizioni.

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